Manifesto Giovani, Pace e Sicurezza

“The important role youth can play in the prevention and resolution of conflicts and as a key aspect of the sustainability, inclusiveness and success of peacekeeping and peacebuilding efforts.”

Noi, firmatari di questo manifesto, riconosciamo l'importanza della Risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite 2250 “Giovani, Pace e Sicurezza” (UNSCR 2250), la quale promuove attivamente il coinvolgimento dei giovani in 5 azioni chiave: partecipazione, protezione, prevenzione, partnership e disimpegno e reintegrazione, per la costruzione di una pace sostenibile e partecipativa in cui i giovani svolgono un ruolo centrale.

In un contesto caratterizzato da sfide globali e complessità sociale, la Risoluzione (UNSCR) 2250 assume un ruolo cruciale come guida fondamentale per coinvolgere attivamente i giovani in tali processi. Questa risoluzione di rilevanza storica incoraggia gli Stati membri a garantire ai giovani una voce più forte nei processi decisionali a livello locale, nazionale, regionale e internazionale. Al contempo, sollecita l'istituzione di meccanismi che permettano ai giovani di partecipare in modo significativo nei processi di pace.

Riconosciamo l'Italia come un Paese profondamente impegnato nella costruzione della pace e crediamo che coinvolgere i giovani e le organizzazioni giovanili in modo significativo non solo arricchirà il processo, ma offrirà un vantaggio fondamentale per il successo e la sostenibilità delle iniziative di costruzione della pace. Chiediamo quindi un impegno concreto affinché le politiche nazionali riflettano questo principio, garantendo che le voci e le prospettive dei giovani e delle organizzazioni giovanili siano considerate come risorse preziose ed incluse in questo percorso. In linea con l'interlocuzione con i rappresentanti del Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale, sosteniamo convintamente la creazione del segretariato congiunto tra Istituzioni e Organizzazioni della Società Civile per la creazione e l'implementazione di un Piano Nazionale d'Azione che sia all'avanguardia e che abbia i fondi necessari per un'implementazione di qualità.

Il contesto

La partecipazione democratica giovanile è considerata dalla Risoluzione 2250 una delle azioni chiave per costruire una società più pacifica, equa e sostenibile. L'Italia è un Paese in cui la popolazione giovanile è sempre meno numerosa a causa del trend demografico in continuo calo e di conseguenza le criticità che coinvolgono le nuove generazioni sono spesso maggiori rispetto a quelle con cui devono confrontarsi i coetanei di altri paesi europei. Considerando l'indice globale dello sviluppo giovanile (Global Youth Development Index) l'Italia si attesta su un punteggio pari a 0.816 collocandosi nella classifica mondiale al 23° posto (tra i Paesi dell'Ue+UK al 16° posto), con una performance estremamente critica nell'area della partecipazione politica e civica minima (125° posto con un rank dello 0,24%).

Anche l'ISTAT ha segnalato di recente che, in Italia, “la mancanza di partecipazione nei confronti dei temi politici riguarda circa il 30% dei giovani tra 18 e 34 anni e sfiora quasi il 50% tra i 14 e i 18 anni”. Il 42% dei giovani tra i 18 e i 34 anni non ha votato alle ultime elezioni politiche, sei punti in più rispetto al già altissimo tasso di astensione nazionale. Negli ultimi anni d'altra parte anche in Italia si è assistito ad un notevole aumento dell'interesse e dell'attivismo giovanile riguardo alle tematiche dell'Agenda 2030. Rispetto alla media della popolazione, le giovani generazioni partecipano con maggiore frequenza a riunioni in associazioni sui temi quali ambiente, diritti civili o promozione della pace. Non solo un'adesione formale a dei principi, ma una vera e propria mobilitazione per promuovere e sostenere tali principi.

È una distinzione fondamentale perché delinea la differenza tra l'adesione individuale a una causa e un impegno più strutturato e organizzato. Questo, dunque, è indice non solo di una convinzione personale, ma anche di un maggiore coinvolgimento nel corpo sociale, come membro pienamente attivo della comunità. Al crescente impegno delle giovani generazioni, testimoniato dalle numerose iniziative di sensibilizzazione sulle sfide globali come il cambiamento climatico, la disuguaglianza sociale e la povertà, si accompagna l'attenzione a percorsi di educazione alle tematiche della sostenibilità e della cittadinanza attiva che trovano spazio crescente nell'Istituto del Servizio civile Universale.

L'importanza di un Piano di Azione Nazionale su Giovani, Pace e Sicurezza

Sottolineiamo l'importanza di una collaborazione nella creazione di un Piano d'Azione Nazionale basato sulla Risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite 2250. Un piano che definisca chiaramente gli obiettivi, le strategie e le misure concrete per coinvolgere le organizzazioni giovanili nelle politiche di loro interesse garantendo una partecipazione significativa, prevedendo al contempo le adeguate risorse finanziarie per un'efficace implementazione delle azioni.

In questo spirito di collaborazione, ci impegniamo come organizzazioni a lavorare attivamente per la localizzazione della Risoluzione 2250 in Italia. Chiediamo l'impegno concreto delle istituzioni nell'aprire un dialogo inclusivo con i giovani e nell'adozione di politiche e iniziative che riflettano la nostra visione comune di un'Italia impegnata nella costruzione di pace, inclusiva e orientata ad un presente e futuro, partecipativo ed inclusivo.

Chiediamo un dialogo aperto e inclusivo con le istituzioni, dove i giovani attraverso le organizzazioni giovanili possano esprimere le loro prospettive e contribuire in modo significativo alla definizione delle politiche inerenti alla Risoluzione 2250. Vogliamo che la voce dei giovani sia parte integrante del processo decisionale, portando le nostre esperienze e la nostra visione per la costruzione della pace. Per questo chiediamo l'attivazione dei tavoli di lavoro inclusivi, intersezionali e aperti alle organizzazioni giovanili della società civile.

Chiediamo di:

  • Identificare e collaborare con organizzazioni giovanili locali, consigli studenteschi e gruppi comunitari che rappresentano voci e prospettive diverse.
  • Organizzare eventi incentrati sui giovani, come riunioni comunali, tavole rotonde o workshop, per fornire una piattaforma affinché i giovani possano esprimere le loro preoccupazioni, idee e aspirazioni.
  • Utilizzare le piattaforme dei social media per sollecitare input e incoraggiare le discussioni online su questioni politiche che riguardano direttamente i giovani. Esempio: creare una piattaforma online dedicata in cui i giovani possano condividere le proprie opinioni, porre domande e proporre idee, consentendo ai politici di interagire direttamente e rispondere.

Sollecitiamo con forza l'impegno delle istituzioni a favorire la partecipazione attiva dei giovani provenienti da diverse etnie, generi, religioni e contesti socioeconomici, riconoscendo e valorizzando la ricchezza dell'inclusione nel processo di costruzione della pace. Chiediamo la creazione di meccanismi e politiche mirate a facilitare l'inclusione di giovani attivi e motivati nelle discussioni politiche e nelle iniziative di costruzione della pace, affinché la diversità delle prospettive giovanili possa contribuire in modo significativo alla costruzione di un futuro pacifico e inclusivo.

Chiediamo di:

  • Promuovere programmi di sensibilizzazione presso istituzioni educative per aumentare la consapevolezza sull'importanza della partecipazione attiva dei giovani.
  • Sostenere politiche che promuovano la diversità e l'inclusione, assicurando rappresentanza equa di giovani provenienti da diverse etnie, generi, religioni e contesti socioeconomici.
  • Istituire regolarmente consultazioni pubbliche o focus group con giovani provenienti da diverse comunità per raccogliere feedback e opinioni sulle politiche di costruzione della pace.

Chiediamo con determinazione alle autorità governative di rafforzare l'importanza del coinvolgimento attivo delle forze politiche italiane nel processo di localizzazione della UNSCR 2250. All'impegno, diffuso e collaborativo, delle organizzazioni giovanili , dovrà seguire quello delle istituzioni politiche e governative, in una logica di totale collaborazione e sinergia tra dipartimenti competenti, cruciale per creare un terreno fertile, favorevole all'implementazione.

Chiediamo di:

  • Promuovere la rappresentanza equa dei giovani in organismi decisionali, commissioni e consigli a livello locale e nazionale.
  • Sostenere attivamente il coinvolgimento delle organizzazioni giovanili nei processi decisionali e nell'implementazione delle politiche a livello locale, regionale e nazionale.

Chiediamo l'integrazione concreta dei principi della Risoluzione 2250 nel contesto legale e istituzionale italiano. La localizzazione richiede l'adozione di politiche nazionali e iniziative specifiche che rispecchiano la visione e gli obiettivi della Risoluzione 2250, assicurando la loro coerenza con la realtà italiana.

Chiediamo di:

  • Collaborare con esperti, organizzazioni giovanili e membri della società civile per sviluppare una strategia nazionale che incorpori i principi della Risoluzione 2250.
  • Istituire organismi consultivi giovanili a livello governativo per facilitare il coinvolgimento diretto dei giovani nelle decisioni e nelle politiche.
  • Allocare risorse finanziarie specifiche per sostenere progetti e iniziative che promuovano la partecipazione giovanile e la costruzione della pace nel quadro della localizzazione della Risoluzione 2250 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e delle successive risoluzioni su giovani, pace e sicurezza.
  • Favorire anche con strumenti finanziari, la creazione di una rete robusta tra le organizzazioni giovanili, il governo e le istituzioni, facilitando il coordinamento e la collaborazione.

Chiediamo la promozione di programmi di formazione e capacità che forniscono ai giovani, in forma individuale o organizzata, le competenze necessarie per partecipare in modo efficace nei processi decisionali e di costruzione della pace, consentendo ai giovani di acquisire competenze tangibili per contribuire in maniera significativa alla promozione della pace a vari livelli.

Chiediamo di:

  • Stabilire centri di risorse dedicati alla formazione giovanile, offrendo accesso a materiale educativo sui temi della Risoluzione.
  • Implementare programmi di mentorato che collegano giovani a leader esperti.
  • Integrare corsi che promuovano la consapevolezza su questioni globali, i diritti umani, la diversità culturale e il cambiamento climatico per ampliare la prospettiva dei giovani.
  • Promuovere stage e programmi pratici presso organizzazioni governative, non governative o internazionali.

Riconosciamo l'importanza dell'inclusione dei rappresentanti delle organizzazioni giovanili e il loro contributo fondamentale e positivo che possono dare attraverso la loro esperienza nello sviluppo di un piano nazionale d'azione. Perciò chiediamo che venga creato un Advisory Board composto da rappresentanti di organizzazioni giovanili in dialogo strutturato con gli organi ministeriali e di governo competenti nell'avanzamento dell'agenda.

Chiediamo di:

  • Coinvolgere attivamente le organizzazioni giovanili nel processo di selezione dei membri dell'Advisory Board, garantendo una rappresentanza diversificata e inclusiva.
  • Stabilire chiaramente i ruoli e le responsabilità dell'Advisory Board, delineando il suo mandato, le aree di competenza e il processo decisionale.
  • Allocare risorse finanziarie e logistiche adeguate per consentire all'Advisory Board di svolgere le sue attività in modo efficace.
  • Coinvolgere l'Advisory Board attivamente nelle fasi di implementazione del piano nazionale d'azione, per assicurare che le raccomandazioni vengano tradotte in azioni concrete.

I fondi da destinare all'implementazione della Risoluzione devono essere accessibili anche dalle organizzazioni giovanili e non devono vincolare le organizzazioni ad iscrizioni ad albi specifici dove possono aderire solo determinate organizzazioni che escludono le organizzazioni giovanili.

Chiediamo di:

  • Ridurre le barriere economiche e burocratiche che possono limitare l'accesso dei giovani a finanziamenti e risorse.
  • Destinare nuove risorse alle organizzazioni giovanili impegnate per l'implementazione della Risoluzione e/o rendere i fondi già esistenti direttamente accessibili e gestibili per le organizzazioni giovanili .
  • Prevedere per le attività giovanili orientate alla pace in linea con la Risoluzione 2250 risorse stabili e durature nel quadro della programmazione triennale del "Fondo missioni internazionali" relativo alle politiche di cooperazione allo sviluppo e agli Interventi di sostegno ai processi di pace, stabilizzazione e rafforzamento della sicurezza.
  • Facilitare dei canali in cui organizzazioni giovanili possano entrare in contatto con investitori / finanziatori privati e fondazioni che siano interessati/e alle questioni giovanili.

Riteniamo importante ai fini della risoluzione 2250 la sperimentazione del programma “Corpi Civili di Pace” e chiediamo una sua implementazione più strutturata. Il programma sperimentale prevedeva l'impiego in totale di 500 giovani impegnati in contesti di conflitto, post conflitto o a rischio conflitto (anche ambientale) in Italia e all'estero. Riteniamo importante il prosieguo del programma in maniera più strutturata e completa al fine di allinearsi con la Risoluzione 2250 e il principio costituzionale della difesa civile non armata e nonviolenta.

Chiediamo di:

  • Aumento della fascia dei partecipanti al programma portando il limite d'età a 35 anni.
  • Impiego strutturato del programma portando al minimo il gap tra la partenza di un contingente e quelli successivi per migliorare la qualità del programma.
  • Possibilità di partecipare al programma per almeno 3 anni per garantire una formazione completa del giovane che vi partecipa garantendo così la possibilità di avviare una carriera nell'ambito della cooperazione internazionale.